Cos’è il neuromarketing e a cosa serve (se serve)?

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neuromarketing cos'è

Quello del neuromarketing è un argomento complesso, forse anche troppo complesso per poterlo trattare adeguatamente da queste righe. Tuttavia, è un argomento che chiunque lavori nel marketing deve conoscere, almeno a grandi linee, per poterne captare potenzialità, limiti e rischi.

E poi decidere come comportarsi al riguardo.

Scopriamo quindi qualcosa in più sul neuromarketing.

  • Cosa si intende per neuromarketing?
  • Quando è nato il neuromarketing?
  • Come le aziende utilizzano il neuromarketing?
  • Conclusioni

Cosa si intende per neuromarketing?

Il neuromarketing è l’applicazione delle neuroscienze al marketing.

In pratica, mixando elementi di neuroscienza, psicologia ed economia comportamentale, studia il comportamento dei consumatori per comprendere come il loro cervello prende le decisioni di acquisto. In particolare, il neuromarketing è utile a indagare i processi decisionali inconsci, che sono responsabili della maggioranza dei comportamenti d’acquisto: sembra che addirittura il 95% delle decisioni venga preso irrazionalmente.

L’obiettivo del neuromarketing è dunque studiare le risposte che il nostro cervello elabora in risposta a uno stimolo (una pubblicità, un packaging particolare, un logo colorato). Conoscere questi meccanismi consente di prevedere in qualche modo la risposta del consumatore e quindi indirizzarlo verso l’acquisto, creando campagne di marketing sempre più efficaci.

Sembra molto interessante.

Quando arriva la parte negativa?

Quando è nato il neuromarketing?

Il neuromarketing è una disciplina relativamente recente.

I primissimi sviluppi si hanno tra gli anni Ottanta e Novanta, quando si cominciano a indagare le connessioni tra le neuroscienze e il marketing, con l’obiettivo di studiare le risposte emotive dei consumatori alle pubblicità.

Si parla però ufficialmente di neuromarketing a partire dal 2002, quando Ale Smidts (professore alla Rotterdam School of Management) ha coniato questo termine per indicare come le tecniche neuroscientifiche potessero essere applicate al campo del marketing.

Da quel momento sono state avviate delle ricerche sempre più approfondite che hanno aperto la strada a tecniche di marketing sempre più puntuali e sofisticate.

Come le aziende utilizzano il neuromarketing

Gli strumenti di neuromarketing che le aziende hanno oggi a disposizione sono tantissimi e le tecniche utilizzate sono davvero molto varie. Noi consumatori spesso e volentieri non ci accorgiamo neanche di come il nostro comportamento venga indirizzato a nostra insaputa.

Quante volte hai messo nel carrello un pacchetto di caramelle mentre aspettavi alla cassa? Quelle caramelle non erano lì per caso ma perché diversi gruppi di ricerca hanno compreso che i consumatori sono disposti a spendere cifre irrisorie per prodotti non necessari, dopo che hanno già selezionato i beni di prima necessità e più costosi.

Questo ovviamente è solo un esempio.

Ecco alcune tecniche di neuromarketing molto utilizzate dalle aziende.

Eye tracking

Questa tecnica permette di monitorare lo spostamento oculare del consumatore mentre naviga su un sito o mentre guarda un video o un’immagine. In questo modo si possono comprendere quali elementi vengono registrati prima e con più attenzione dall’utente, quali vengono ignorati e in che ordine.

Questo è utilissimo per capire gli elementi deboli di un sito web e comprendere se l’usabilità è adeguata.

IAT Test

Questa è una delle tecniche di neuromarketing più recenti, utilizzata per misurare ciò che il consumatore pensa ma non dice in modo esplicito. Di solito si propongono domande molto brevi ad un gruppo di consumatori e le risposte sono in grado di misurare la forza con cui sono legati a un brand, a un valore, a un logo piuttosto che a un altro.

Il meccanismo avviene quindi a livello inconscio.

Elettroencefalogramma

Monitorando l’attività cerebrale di un soggetto esposto a un determinato stimolo (un nuovo prodotto, una pubblicità, un video o qualsiasi altra cosa), si possono notare delle risposte involontarie sulla base del flusso sanguigno e della sua affluenza alle diverse aree del cervello. 

Analizzando le risposte, le aziende sono in grado di modificare le proprie campagne di marketing o il proprio prodotto, proponendo quello che ha dimostrato attivare più interesse e coinvolgimenti nella mente dei consumatori.

Tiriamo le somme

Il neuromarketing si presenta quindi oggi come una disciplina molto interessante per qualsiasi azienda ma anche per i lavoratori del marketing. Tuttavia, è importante fare alcune precisazioni che riguardano sia i limiti che i rischi di queste tecniche.

Innanzitutto, il neuromarketing è un campo ancora in evoluzione e, nonostante ci siano stati incredibili passi avanti tecnologici negli ultimi anni, non è certamente una scienza esatta. Chi vuole avvalersi di queste tecniche, inoltre, dovrà prevedere un investimento notevole perché gli strumenti utilizzati sono altamente sofisticati e servono dei professionisti che guidino lo studio.

Ci sono poi tutte le questioni etiche legate al neuromarketing, che rimane oggi una disciplina controversa. Basti pensare a che cosa succederebbe se tecniche del genere venissero utilizzate per promuovere prodotti dannosi per la salute come alcool e tabacco o pericolosi, come le armi (negli Stati Uniti). Come qualsiasi mezzo, strumento o tecnica, la risposta è sempre nell’utilizzo che ne viene fatto. Che il neuromarketing debba essere gestito in modo oculato è senza dubbio vero, ma si tratta comunque di un mezzo molto potente per le aziende che vogliono migliorare il proprio business.

Che ne pensi?

Hai mai utilizzato tecniche di neuromarketing per la tua azienda? 

Lo faresti?

Se vuoi approfondire l’argomento, contattaci!

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Neuromarketing: cos’è e a cosa serve
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Neuromarketing: cos’è e a cosa serve
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Forse hai sentito la parola neuromarketing ma non sai bene che cosa si intende con questo termine. Lo scopriamo subito!
Irene Bicchielli

Irene Bicchielli

COPYWRITER & CONTENT CREATOR
Curiosa ed entusiasta per natura, ama le parole, il cinema e il caffè.In perenne equilibrio tra la lucida razionalità della SEO e la creatività dello scrittore, ogni giorno racconta storie che danno voce a brand e aziende di ogni settore.

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