Come ottimizzare i video per la SEO

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YouTube: la tv del mondo

Pensiamo sempre ad articoli e pagine che devono essere ottimizzati per poter posizionarsi nelle prime pagine di Google, ma non possiamo trascurare i video!
Sì, anche i video possono (devono) essere ottimizzati.

Possiamo considerare YouTube la tv del mondo, soprattutto partendo dall’ormai certezza che in futuro il ruolo dei video sarà sempre più centrale.

Possiamo parlare di SEO per YouTube perché la visibilità dei contenuti è costruita su base algoritmica.
Infatti, YouTube è il secondo motore di ricerca al mondo (il primo sappiamo tutti qual è), ed è supportato per quasi tutte le query anche da Google: molto spesso quando facciamo una ricerca, ad esempio “torta di mele”, tra i risultati compaiono non solo articoli di approfondimento e immagini, ma anche video (in questo caso tutorial) che rispondono alla nostra domanda.

YouTube è anche il secondo social network al mondo (sì, YouTube è un social network), e il primo per utilizzo in Italia!
I video come risposta compaiono per il 94% delle ricerche.

Non solo: Google spinge molto YouTube perché un video può essere più utile di un testo scritto in certi momenti e perché aumenta la visibilità dei suoi inserzionisti.

Perché è importante posizionarsi anche con i video?

Se curiamo bene il nostro canale YouTube potremo superare dei siti presenti nella SERP con autorevolezza maggiore del nostro appena nato.
Se curiamo l’aspetto di YouTube, possiamo comparire nella parte superiore dei risultati di ricerca, anche per keyword transazionali.

E ancora: i contenuti di YouTube sono fatti per durare, molto di più rispetto a quelli diffusi su Instagram o Tik Tok.
È fondamentale ottimizzare i video all’interno di YouTube ma anche mantenere il più possibile l’utente all’interno della piattaforma perché YouTube così come altri social premia i contenuti che sono in grado di trattenere e intrattenere.

Meglio Youtube o Vimeo?

Finora abbiamo parlato esclusivamente di YouTube per fare SEO sui video per un motivo molto semplice: la piattaforma di Google domina in modo indiscusso su Vimeo.
Se Vimeo vanta 230 milioni di utenti, YouTube rilancia con 2 miliardi registrati mensilmente.
Sono numeri difficili da contrastare.
Per questo e per i motivi spiegati in precedenza, YouTube batte Vimeo senza dubbio.

Come emergere su YouTube?

Come iniziare a fare numeri, a far conoscere un canale appena aperto e a scalare la SERP della piattaforma?
Seguendo tre linee guida principali:

  • coinvolgimento
  • tempo di visualizzazione
  • ottimizzazione SEO

Il coinvolgimento

La base per iniziare a crescere su YouTube è avere una propria audience.
Parola chiave: coinvolgimento (engagement), da qui partono le basi per creare una community.
Ovvero, tutto quello che possiamo fare per stimolare i nostri utenti ad interagire.
Cerchiamo di creare una conversazione con il pubblico: commentare, mettere like, iscriversi al canale, cercare anche di attivare la campanella, quello strumento importantissimo che permette a YT di inviare una notifica ogni volta che viene pubblicato un nuovo video.
Questo tipo di notifiche arriva sui dispositivi mobile e riporta così gli utenti all’interno della piattaforma.
Una volta visualizzato il nostro contenuto, il traguardo successivo premiato da YouTube è quello di portare l’utente a guardare un altro video (non necessariamente il nostro): il tempo di permanenza si allunga.

Il tempo di visualizzazione

Per tempo di visualizzazione (watch time) della sessione intendiamo quello prodotto sia da un singolo video che da tutti quelli visti successivamente.

Qui c’è moltissimo fattore umano: non conta la percentuale di video guardati ma la quantità di tempo che l’utente ha trascorso a guardare quel video e i successivi.
Si misura in secondi, minuti, ore ed è un dato non manipolabile: i video vanno visti.
Per questo infatti sono nate aziende che pagano gli utenti per guardare i video, aumentando così il watch time di un determinato canale.
Più i video sono coinvolgenti, più l’utente rimane a guardare.

Come aumentare il tempo di visualizzazione?

Per aumentare il watch time non ci sono regole fisse ma alcuni suggerimenti:

  • il nostro canale tratterà di argomenti principali e tanti correlati. Creiamo connessioni tra i video che stimolino gli utenti a saperne di più e ad approfondire il topic in un altro video
  • video amatoriali? Meglio di no. Se i contenuti sono curati sia a livello di riprese che di montaggio, gli utenti sono invogliati a continuare a guardarli
  • YouTube permette di inserire dei pulsanti che collegano e suggeriscono altri video. Possono anche essere video di altri canali, un modo come un altro per creare networking
  • le playlist: uno degli aspetti fondamentali all’interno della piattaforma, permettono all’algoritmo di capire di che cosa si tratta e sezionare un argomento specifico.
    Sono un elenco ordinato di un tema specifico, possono essere visualizzate nei risultati di ricerca e nei video suggeriti. Una playlist ben fatta mantiene vivo l’interesse dello spettatore e aumenta il posizionamento dei nostri video.

L’ottimizzazione SEO

Anche qui, come nella SEO classica, ci sono una serie di best practice che andrebbero fatte prima di pubblicare il contenuto.

YouTube oltre ad essere un motore di ricerca, ha due intenti:

  • aiutare gli utenti a trovare quello che cercano
  • consigliare video che aumentino la sessione degli utenti, ottenendo il massimo livello di coinvolgimento

L’utente approda sulla piattaforma grazie ad una ricerca fatta su Google o anche direttamente su Youtube. E poi? La sessione può continuare con video correlati.
Questa modalità viene utilizzata anche da Netflix, Amazon Prime, Disney+ etc.

Come vengono suggeriti i video agli utenti?

La sezione dei video correlati è unica per ogni utente e viene calcolata dall’algoritmo in base a:

  • le abitudini di ricerca e visualizzazione
  • la cronologia delle visualizzazioni
  • i canali a cui si è iscritti
  • il contesto dell’utente (paese e ora del giorno) utile per visualizzare ad esempio notizie rilevanti a livello locale
  • il numero di utenti che ha fatto clic sullo stesso video e lo ha visualizzato fino al termine (indica che il video è di qualità superiore o divertente)
  • il numero di utenti che invece ha abbandonato la visualizzazione
  • interazione con feedback e sondaggi casuali suggeriti da YouTube

Come vengono catalogati i video su YouTube?

Il sistema di classificazione delle ricerche di YouTube deve ordinare una mole enorme di contenuti caricati e trovare immediatamente i risultati più pertinenti per una query.

Per il ranking su YouTube, l’algoritmo dà la priorità a 3 elementi principali:

  1. pertinenza (e rilevanza): qui ritroviamo il livello di corrispondenza con il titolo e la descrizione dei contenuti in base alla query degli utenti: è necessario creare una descrizione che prenda in considerazione delle parole chiave.
    Quindi, per stimare questo primo fattore, YouTube esamina ad esempio quanto il titolo, i tag, la descrizione e il contenuto del video corrispondono alla query di ricerca.
    Come per la SEO tradizionale, è meglio inserire le keyword nella parte sinistra del titolo (soprattutto per video che durano tanto e su argomenti generici).
  1. coinvolgimento/engagement da parte di chi guarda i video qualità. Qui entrano in gioco il tempo di visione di un video per una determinata query e i segnali di coinvolgimento. L’algoritmo poi assegna un punteggio alla keyword, analizza la SERP con questa keyword e la compara con i tempi dei video dei competitor: se sono tutti video lunghi non puoi fare un video corto.
  2. qualità del canale: ovvero se è autorevole, competente e affidabile su un determinato argomento. Bisogna quindi guadagnarsi credibilità anche grazie al proprio sito e ad altri canali social.

Oltre a questi, la piattaforma predilige veridicità e credibilità per argomenti seri e impegnati (come scienza e medicina), le fonti devono quindi essere attendibili.
Per settori più leggeri (come la musica o l’intrattenimento), i criteri utilizzati vanno dalla popolarità alla freschezza del contenuto.

Fare SEO su YouTube

Entriamo ora nel vivo, come si fa la SEO su YouTube?

Partiamo dalle basi: il canale.
Come per le pagine social, è il biglietto da visita di chi approda per la prima volta, deve quindi contenere tutte le informazioni principali: immagine di copertina, foto del canale (solitamente il logo), informazioni base, playlist (quando sono stati caricati un po’ di video), schede e schermate finali, trailer del canale (una sorta di anteprima di quello che si può trovare).

Quello che non serve a YouTube (perché non è in grado di leggerlo): il nome del file video caricato, il nome del file della miniatura, i tag e gli hashtag (questi non servono per l’indicizzazione, ma all’utente per orientarsi).

Ottimizzazione degli aspetti tecnici dei video

Gli aspetti tecnici che vanno ottimizzati su YouTube non sono così distanti da quelli della SEO tradizionale:

  • titolo: la parola chiave principale è fondamentale che sia presente nel titolo. La lunghezza ottimale è di circa 5 parole/60 caratteri (è possibile modificarlo successivamente e adattarlo al momento storico), il titolo non deve essere troncato.
    Deve subito emergere di che cosa stiamo parlando.
  • descrizione: deve essere molto accurata, compare nella pagina del video, ma anche nella SERP di YouTube, con i listing degli altri video, in base a una determinata query. Deve riassumere il contenuto del video con i punti più salienti e deve contenere le parole chiave il più in alto possibile (è possibile modificarla successivamente): la prima parte infatti comparirà in SERP.
    Come negli articoli vanno evitate pratiche come la keyword stuffing. Sì a capitoli e informazioni chiave, link ad altri video o creator.
  • miniatura del video: l’anteprima, è la prima cosa che attira l’attenzione, insieme al titolo l’elemento più utile per aumentare la percentuale CTR. Deve essere coerente con il contenuto, scegliendo un’immagine di impatto e un font chiaro.
  • tag: possono essere utili se ad esempio il contenuto del video è scritto sbagliato, aiutano a posizionarsi nei video correlati e sono utili lato utente.
  • sottotitoli: sempre più importanti per chi realizza video, sono utili ai non udenti o a chi guarda il video senza audio
  • CTA: è importante inserire una call to action come l’invito ad iscriversi al canale, a guardare un altro video, a richiedere informazioni, etc
  • video chapter: una grande innovazione di YouTube è stata quella di poter segmentare il video con dei sottoargomenti di cui si parla, è infatti possibile inserire una timeline nella descrizione, che risulterà cliccabile da parte dell’utente e sezionerà la timeline del video. I nomi dei capitoli dovrebbero riferirsi alle domande ritrovate nella SERP.

Che cosa aiuta i video a posizionarsi meglio?
Dopo aver ottimizzato al meglio tutti questi aspetti, un ulteriore supporto possono essere: mi piace/non mi piace (entrambi), condivisioni, iscrizioni al canale, embed (YouTube calcola il tempo di visione del video), commenti.

Infine, mai trascurare la qualità del canale e dei contenuti!
Sviluppare collaborazioni, realizzare video che rispecchino le aspettative, mantenere alta la qualità del prodotto finale e il CTR aiuteranno ad ampliare l’audience e a migliorare il posizionamento.

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Alice Zanfardino

COPYWRITER & CONTENT CREATOR
Curiosa ed entusiasta per natura, ama le parole, il cinema e il caffè.In perenne equilibrio tra la lucida razionalità della SEO e la creatività dello scrittore, ogni giorno racconta storie che danno voce a brand e aziende di ogni settore.

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