Si sente spesso parlare di brand awareness, tradotto letteralmente in italiano la “consapevolezza del marchio”, ma in pochi sanno davvero di che cosa si tratta.
Cosa si intende per brand awareness?
La Brand Awareness è un termine legato al mondo del marketing che descrive il grado di riconoscimento da parte del consumatore di un prodotto con il nome del marchio.
Creare consapevolezza del brand è un passaggio chiave nella promozione di un nuovo prodotto (o servizio) o nel far rivivere un vecchio marchio.
Idealmente, la brand awareness può includere le qualità che distinguono il prodotto dalla concorrenza.
Come si fa brand awareness
È probabile che prodotti e servizi che mantengono un alto livello di consapevolezza del marchio generino più vendite.
I consumatori confrontati con le scelte sono semplicemente più propensi ad acquistare un prodotto di un brand che conoscono piuttosto che uno mai visto o sentito prima.
Per esempio prendiamo l’industria delle bevande analcoliche: rimosse dalla confezione, molte bibite sono indistinguibili.
I giganti di questo settore, Coca-Cola e Pepsi, fanno affidamento sulla consapevolezza del marchio per rendere le loro bibite quelle che alla fine i consumatori acquistano.
Nel corso degli anni, queste aziende hanno adottato strategie pubblicitarie e di marketing che hanno aumentato la consapevolezza tra i consumatori e il loro riconoscimento, traducendosi in un aumento delle vendite.
Questo tasso più elevato di brand awareness per i marchi dominanti in un settore di mercato può fungere da fossato economico che impedisce ai concorrenti di acquisire quote di mercato aggiuntive, emergere e farsi conoscere.
Ma quali sono i modi per creare brand awareness?
Vengono utilizzati un mix di strumenti di marketing, come ad esempio:
- la carta stampata: sì, non è più forte come una volta, ma ci sono ancora consumatori che leggono giornali e riviste. Gli annunci pubblicitari vengono posizionati strategicamente, in posizioni mirate nella sezione appropriata di un giornale o in pubblicazioni specializzate, in modo da attirare l’attenzione dello spettatore e creare consapevolezza del marchio.
In riviste che trattano di viaggi e lifestyle ad esempio, un articolo di approfondimento con una ricetta di un cocktail, potrebbe essere seguito qualche pagina dopo dalla bevanda chiave necessaria alla sua preparazione. - la pubblicità in luoghi fisici: come all’interno dei negozi. I prodotti di acquisto impulsivo sono adatti per la distribuzione e la pubblicità in negozio. Un’azienda che commercializza un nuovo snack da aperitivo può promuovere il prodotto in un punto vendita per creare consapevolezza del marchio, scegliendo l’orario e la posizione più strategici.
- la sponsorizzazione di eventi è un altro modo efficace per creare consapevolezza del marchio. Eventi di beneficenza, eventi sportivi e raccolte fondi dove il brand in questione è tra gli sponsor, consentono una visibilità importante del nome e del logo di un’azienda. Un esempio? Una compagnia di assicurazione sanitaria può distribuire pacchetti sanitari gratuiti a marchio aziendale durante una maratona di beneficenza. Questo automaticamente associa il marchio a una buona azione e ad un sentimento della comunità.
- la scelta dei propri brand ambassador: influencer, creator digitali, personaggi pubblici che prestano il loro volto e la loro creatività per parlare dell’azienda e riconoscersi in essa vanno scelti accuratamente e in linea con il proprio target.
Perché la brand awareness è importante
Proprietari di un’azienda, liberi professionisti che lavorano con il personal branding, piccole e medie imprese non possono ignorare l’importanza della brand awareness intorno alla loro attività.
Gli aspetti fondamentali che ne conseguono sono:
- fiducia: la fiducia del cliente in un marchio ha un forte impatto sulla sua decisione di effettuare l’acquisto. Quando un cliente inizia a fidarsi del marchio e forma un legame con esso, è probabile che diventi un acquirente abituale.
La brand awareness colma il divario tra fiducia nel marchio e fedeltà dei clienti. Conferisce al marchio una personalità che aiuta i clienti a familiarizzare con esso. - associazione: la brand awareness associa le azioni al prodotto del marchio.
Il caso più comune è proprio Google! Google è un motore di ricerca con molte altre opzioni nella stessa categoria, ma quando diciamo di cercare una query, (sotto)intendiamo di “googlare”.
Un altro esempio lampante è che spesso il riconoscimento del marchio ha portato a sostituire le parole comuni con il nome del brand stesso e per le quali non ci facciamo più caso.
Scottex, biro, Barbie, moka, brugola, rimmel, mocio, scotch sono solo alcuni nomi di marchi che utilizziamo nel linguaggio corrente per indicare un’intera categoria di prodotti (brand-antonomasia). - equità: il valore del marchio è determinato dall’esperienza dei clienti, e l’esperienza positiva si traduce in una buona percezione che porta a un maggiore valore del marchio.
Una volta che i clienti iniziano a riconoscere e ad acquistare da un marchio, le volte successive lo preferiranno alle altre opzioni disponibili. Stabilisce fiducia e un forte legame tra i clienti e il marchio. Una migliore brand equity si traduce in un aumento del prezzo delle azioni, un enorme impatto sociale e un’espansione del business.
Qual è l’impatto della SEO sulla brand awareness
Dopo questo iniziale preambolo, se pensate che la SEO non c’entri nulla con il branding, è tempo di cambiare le vostre convinzioni: la SEO e la scalata della SERP possono infatti essere un enorme aiuto per aumentare la brand awareness.
La prima pagina di Google promuove un aumento di visibilità, autorità e coinvolgimento per il marchio che ne ricava il riconoscimento nel mercato. E, a seconda degli obiettivi dell’azienda, questo può valere molto di più dei clic.
Che rapporto c’è tra brand awareness e SEO
Lo scopo di un’azienda che vuole aumentare la propria brand awareness, uno degli obiettivi di marketing più perseguiti, è quello di essere riconosciuta e ben ricordata dal pubblico.
Non solo conoscere il nome del brand, ma anche i valori, la personalità, la nicchia e i prodotti del marchio.
Non solo riconoscimento, ma anche ricordo e differenziazione dai competitor: il brand conquista uno spazio unico e differenziato nella mente delle persone.
Tra le strategie di marketing che vengono utilizzate per consolidare le definizioni di branding, la SEO è una delle possibilità più potenti, ma non sempre viene considerata.
La SEO consiste nell’ottimizzazione di siti web e pagine web con l’obiettivo di migliorarne il posizionamento nei risultati dei motori di ricerca.
Possiamo quindi raggiungere punti sul web ad alta visibilità, con contenuti che aiutano le persone, mostrando ciò che il brand sa e cosa ha da offrire agli utenti.
In questo modo, le aziende sono in grado di rafforzare il proprio marchio, posizionarsi aumentando il proprio ranking, acquisire consapevolezza del marchio con una strategia che non richiede investimenti nei media.
Ad esempio conquistare le prime posizioni nei motori di ricerca per termini relativi al marketing digitale e al marketing dei contenuti può contribuire moltissimo ad espandere la portata del brand e renderlo un leader in quelle aree.
Gli utenti che trovano un determinato sito su Google hanno così modo di approfondire i contenuti, percepirne la qualità e comprendere i valori che ruotano intorno all’azienda.
Come la brand awareness può aiutare la SEO
D’altro canto anche la brand awareness può contribuire alla SEO.
Infatti, man mano che il marchio accresce la propria riconoscibilità, diventa un argomento su Internet, viene ricercato su Google e i motori di ricerca danno molta importanza a questo fattore.
L’algoritmo di Google è interessato a sapere quali marchi sono più noti al pubblico: vuole fornire risposte affidabili agli utenti e i marchi più consolidati tendono a offrire contenuti di qualità superiore.
Un altro aspetto riguarda il CTR (Click Through Rate) organico: le aziende più note sul mercato tendono ad attirare più clic nei risultati di ricerca, un buon CTR organico è un segnale positivo per l’algoritmo di Google, che favorisce la pagina nel ranking.
Non solo: gli utenti tendono anche a pensare che i grandi marchi offrano contenuti più affidabili.
SEO e brand awareness possono aiutarsi a vicenda: raggiungere le prime posizioni su Google conferisce al marchio maggiore notorietà sul mercato, mentre l’acquisizione della consapevolezza del marchio aiuta a rafforzare il suo nome per l’algoritmo di Google.
Quali sono i benefici di una strategia coordinata
Nella strategia marketing di un’azienda vengono messi in campo moltissimi fattori.
La SEO purtroppo spesso viene trascurata, quando potrebbe essere la soluzione ed un aiuto più economico ed efficiente al posto di strategie costose e laboriose.
Ecco alcuni dei principali vantaggi della SEO affiancata alla brand awareness:
- la SEO è una strategia vantaggiosa: se fatta da professionisti permette anche all’azienda piccola di spiccare ed emergere nel mercato
- può aumentare la copertura dell’azienda: tutti noi ogni giorno effettuiamo almeno una ricerca su Google, se il brand compare nella SERP di ricerca del target di interesse, la copertura può essere enorme!
- stabilisce autorità nel settore di riferimento: è molto semplice, chi è nelle prime posizioni di Google, ha il riconoscimento del pubblico e del motore di ricerca.
Basti pensare a quando cerchiamo come preparare una ricetta, automaticamente il primo pensiero che facciamo è a Giallo Zafferano. Se una pagina si trova in quel posto, è perché offre la migliore risposta e la migliore esperienza utente.
Questa percezione è essenziale per la brand awareness: associa l’autorità al marchio e ne rafforza l’immagine nella mente del consumatore. - migliora la UX sul sito: per offrire un contenuto rilevante, una pagina deve anche creare una UX piacevole per conquistare Google.
Oltre a contribuire alle conversioni, questo fattore è importante per la brand awareness, poiché associa percezioni e sentimenti positivi all’azienda
Come migliorare la brand awareness con la SEO
Diciamo che se a monte di tutto abbiamo già una buona strategia SEO ben progettata, l’aumento della brand awareness può solo accompagnare.
Quindi il consiglio principale è seguire le buone pratiche SEO: creare contenuti rilevanti e di qualità, coinvolgere i propri utenti, effettuare la SEO onpage, ma anche:
- creare contenuti che siano utili e di valore per il tuo target
- differenziarsi dai competitor
- non trascurare la UX
- costruire una strategia di link building
- lasciare che la brand personality venga fuori da tutte le pagine del sito
Come misurare la brand awareness
Ma come si misura la brand awareness?
Non è un fattore semplicissimo da analizzare perché la componente soggettiva, rispetto ad altri parametri, è più alta.
Ci sono però alcuni indicatori che possono aiutare a capire se il marchio e i suoi attributi stanno conquistando le menti delle persone.
- le ricerche di brand: ovvero quelle ricerche che hanno il nome dell’azienda all’interno della query (ad esempio: scarpe per correre nike).
Indipendentemente dall’intento di ricerca, le ricerche di brand mostrano che l’azienda in questione è nella mente delle persone e suscita interesse. In Google Analytics è possibile tenere d’occhio l’elenco delle parole chiave che indirizzano il traffico e identificare la crescita di tali ricerche. Se la rilevanza è elevata, Google Trends può anche catturare la crescita delle ricerche che lo coinvolgono. - il traffico diretto: tutti quei visitatori che accedono al sito digitando direttamente l’URL nella barra di ricerca. Gli utenti riconoscono e ricordano attivamente l’azienda.
Anche questo dato è visibile su Google Analytics - le menzioni del brand: tutte le volte che si viene citati sul web e sui social, con o senza link al sito, dimostrano che c’è una consapevolezza.
Questo dato si può monitorare tramite Google Alert per il web, per i social invece si possono utilizzare strumenti di monitoraggio per identificare la quantità di citazioni e i sentimenti ad esse associati (positivi, neutri o negativi)
Quando ci si rende conto dell’aumento della brand awareness, la sfida successiva potrebbe essere identificare quanto la SEO ha contribuito.
Come? Tenere traccia e controllare dal momento in cui vengono eseguite le ottimizzazioni, l’impatto che porteranno alla consapevolezza del marchio.